uno sguardo sulla Gestalt e sulla Play Therapy

30.04.2020

La Psicoterapia della Gestalt (fenomenologico-esistenziale) è uno stare in relazione terapeutico basato sul contatto nel qui-ed-ora, con sé stessi e con l'Altro. Nasce in California negli anni '40 come spin-off della Psicoanalisi Freudiana eliminando il concetto di 'inconscio' (o meglio, sostituendolo con quello di 'sfondo' e perciò accessibile alla consapevolezza) e togliendo il terapeuta dal ruolo di 'schermo bianco' per le proiezioni del paziente. Come? Essendoci nella relazione per ciò che si è: un Essere Umano che in quel momento veste i panni del terapeuta, ovvero non investe narcisisticamente in quella relazione. Molti principi di Fritz Perls quali lo stare nel qui-ed-ora, il vuoto fertile e l'osservazione di ciò che in esso emerge, così come la tecnica della sedia calda (the empty chair) per dialogare con le polarità di sé stessi sono ripresi dalla ben più antica tradizione orientale del Buddismo Zen. All'interno dell'ampia cornice della Psicoterapia della Gestalt si collocano infiniti modi di stare in relazione poiché lo stile terapeutico individuale è unico: ci sono tanti stili quanti sono i terapeuti. 

Una terapeuta della Gestalt di nome Violet Oaklander, ispirata ai principi della Play Therapy di Virginia Axline, ha dato vita a quella che oggi è conosciuta come la Gestalt Play Therapy, un modello di lavoro terapeutico per pazienti in età evolutiva e famiglie incentrato sul processo e sull'espressione di Sé attraverso un'infinità di mediatori artistici e non. In Italia i training di Gestalt Play Therapy sono stati felicemente accolti e riproposti per un numero sempre maggiori di professionisti del settore evolutivo che si sono messi in gioco in prima persona nel vero senso della parola. 

Che cosa mi ha colpito della Gestalt Play Therapy tanto da adottarla come metodo di lavoro con pazienti bambini e adolescenti? Innanzitutto la vastità di strumenti a disposizione: dalle carte proiettive (es Dixit), all'argilla, alla pittura, all'uso dei pupazzi e burattini e non da ultimo il sandtray, uno strumento con cui il bambino si può sperimentare nel ruolo di regista di scenari utilizzando i giocattoli e modellando la sabbia. Mi ha colpito il valore di questi strumenti che in prima persona ho sperimentato durante i due training con la dr.ssa Karen Fried: nella semplicità del gioco risiede una grande potenza, se chi gioca è presente con le proprie emozioni. Mi piace questo modello perché non patologizza né classifica il bambino secondo dei criteri clinici: considera il bambino nell'insieme come Essere Umano, con le sue capacità di contatto più o meno impoverite e con la volontà di affermarsi per ciò che è. Quando questa volontà non riesce ad esprimersi, per interruzioni nel processo di contatto, compaiono i sintomi che sono come un forte grido di aiuto. Mi piace la prospettiva di coinvolgere le famiglie nel lavoro terapeutico così come il rispetto nei confronti del bambino che non viene mai escluso dal rapporto di fiducia. 

Da qualche tempo a questa parte si sta rendendo necessaria e possibile la Gestalt Play Therapy Online, una parentesi felicemente aperta dalla dr.ssa Karen Fried per non dover sospendere l'attività psicoterapeutica durante il periodo di lockdown e denominata 'Just For Now'. Un tentativo a mio avviso riuscito per continuare ad offrire sostegno a bambini, adolescenti e famiglie in un momento delicato e così mantenere viva la relazione terapeutica adattandosi a quel che c'è nel nostro presente. 

Quando rivolgersi ad un terapeuta della Play Therapy?

 I bambini e gli adolescenti possono manifestare il loro malessere emotivo e psicologico attraverso una sintomatologia psicosomatica o comportamentale (se notate repentini cambiamenti nell'alimentazione per esempio, oppure nel loro umore, nel sonno del bambino, nelle relazioni con i compagni di scuola, se il bambino che ha raggiunto un buon livello di sviluppo verbale smette di parlare, se compaiono dei tic oppure episodi di enuresi notturna, improvvisi scoppi di rabbia...gli esempi possono essere infiniti) e in questo caso possono beneficiare dell'incontro con un terapeuta; se ci sono difficoltà all'interno della famiglia ad esprimere i vissuti emotivi e i genitori ritengono necessario rivolgersi al sostegno del terapeuta per evitare che la situazione diventi sempre più complicata; spesso la rabbia e l'aggressività del bambino/adolescente preoccupano i genitori soprattutto per le manifestazioni incontrollate che queste possono avere: lo spazio terapeutico può essere in questi casi il giusto spazio per poterle esprimere senza essere giudicati e dare voce anche alle emozioni più forti, fare esperienza dell'esprimersi senza che ci siano 'conseguenze negative' e portare questa nuova esperienza nelle dinamiche familiari; elaborazione del lutto per bambini/adolescenti che hanno fatto esperienza della perdita di relazioni significative così come l'elaborazione di esperienze traumatiche (ad esempio un incidente in cui il bambino è stato coinvolto); se nella vita del bambino o dell'adolescente c'è 'qualcosa in sospeso' che necessita di una chiusura a livello emotivo e/o simbolico (la fine di una relazione sentimentale in adolescenza per esempio, oppure la fine di un rapporto di amicizia, situazioni ricorrenti che si ripresentano nella vita del bambino e sono per lui causa di malessere o sofferenza psicologica

Se pensate che questa modalità di lavoro terapeutico possa portare beneficio ai vostri figli e alla vostra famiglia, sarei felice di conoscervi e darvi ulteriori informazioni riguardo il mio modo di lavorare.